Spillover: quando i virus fanno il salto
La pandemia è imprevedibile? NO! – L’opera di David Quammen è un momento di grande riflessione sull’arroganza umana, sul rispetto ambientale e anche sulla disuguaglianza sociale.
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Per decenni l’Occidente si è ritenuto al riparo dalle epidemie. Episodi come le pestilenze dei secoli bui, o la pandemia di Spagnola del 1918 ci sembravano relegati nella memoria, cose del passato oggi impensabili.
Ma nei primi mesi del 2020 abbiamo dovuto svegliarci da quel sogno, da quell’illusione di controllo e potere sulla natura che ci aveva inebriati: il SARS-CoV 2, un virus molto pericoloso proveniente dall’Asia, ci ha messi in ginocchio senza che potessimo evitarlo.
Ma siamo proprio sicuri che l’attuale pandemia fosse imprevedibile? La risposta è un chiaro e semplice “no”.
“Spillover”, di David Quammen, è un libro del 2012 incentrato sulle zoonosi, quelle malattie che (come il Covid19) hanno compiuto il “salto di specie”, quello “spillover” che dà il titolo al trattato, che dimostra come il salto di specie sia una cosa tutt’altro che rara e che, quindi, la possibilità di una pandemia non fosse per nulla improbabile. Solo negli ultimi trent’anni si sono verificati casi di diverse patologie di origine zoonotica: Hendra, Nipah, Marburg, Ebola, SARS… sono solo alcuni dei virus di cui il libro tratta.
David Quammen racconta la storia di alcune zoonosi, parlando della loro emergenza e delle ricerche fatte per comprenderne l’origine e cercare delle cure. Con uno stile scorrevole che sa tenere ben sveglia l’attenzione del lettore, egli introduce concetti di cui, nostro malgrado, abbiamo dovuto sentir parlare nell’ultimo anno e mezzo, come l’indice Rt (che indica quante persone possono essere infettate da una singola persona), o l’animale serbatoio (ovvero l’animale in cui il virus vive senza fare grossi danni all’ospite e dal quale può saltare in altre specie), ma soprattutto ci mostra come la nostra arroganza e superficialità nel rapportarci alla natura possa avere conseguenze molto drammatiche.
La continua violazione di ambienti prima incontaminati allo scopo di trarre profitto, per fare un esempio, ci porta a contatto con virus potenzialmente capaci di infettarci. Per non parlare di “mode” deleterie, come quella in voga in Cina di mangiare animali rari e perfino in via di estinzione (come il celebre pangolino), animali spesso tenuti in condizioni igieniche pessime e che si possono rivelare portatori di malattie. Il Covid19 ha probabilmente effettuato il salto di specie in questo modo (anche se non ce n’è certezza, poiché, come spiega Quammen, l’identificazione dell’animale serbatoio non è per nulla semplice).
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Anche le diseguaglianze sociali svolgono un importante ruolo nell’insorgere delle zoonosi.
In diversi casi le epidemie di Ebola sono iniziate perché qualcuno, spinto dalla fame e dalla miseria, ha mangiato un animale infetto trovato morto. Inoltre i popoli più poveri non hanno mezzi per garantire una corretta igiene (che costituisce la prima importante barriera contro i virus) e delle corrette cure. Per non parlare del fatto che le istituzioni, per un pregiudizio classista, tendono a non far troppo caso alle malattie dei poveri, permettendo così ai virus di diffondersi.
“Spillover” è un libro che fa riflettere e che per questo consigliamo vivamente.
“Spillover” è pubblicato da Adelphi.
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Nato a Lecco il 15 luglio 1976, diplomato in impiantistica e manutenzione di parchi e giardini presso la Scuola Agraria del Parco di Monza, si occupa di agricoltura e giardinaggio. Ha insegnato presso l’Università della Terza Età “Anni verdi” di Milano e ha tenuto corsi e conferenze sul tema del giardino e della coltivazione.
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