L’opera sul “Go” di Milone secondo la dottrina taoista
Il nuovo libro di Marco Milone parla dell’antico gioco orientale del “Go” e qui lo commentiamo alla luce della dottrina Taoista: “Gli esseri abbraccino lo yang e portano lo yin sulle spalle”. Metafisica degli opposti.
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Questa massima, contenuta nel cap. 42 del DaoDe Jing, rispecchia forse perfettamente l’antichissima concezione cinese della nostra esistenza, che interpreta ogni fenomeno come il risultato di due opposte e complementari forze, alcune visibili e altre invisibili.
Tali forze partecipano a un “gioco” di armoniosa lotta, nel macrocosmo, così come nel microcosmo di ogni individuo e di ogni fenomeno; a quanto pare, tale legge sembra essere stata presa a modello anche nell’antico gioco cinese del go.
Leggendo il testo di Marco Milone, “Evoluzione e rappresentazione simbolica del gioco del go”, sembra intuire che i due giocatori del go, l’uno a disposizione di un numero di pietre bianche e l’altro di pietre nere, si affrontino in una sfida di ragionamento ed intuito, valutando le intenzioni dell’avversario attraverso una interpretazione del visibile, che si manifesta tramite la disposizione e i movimenti delle pietre avversarie della parte Yang, e una interpretazione dell’immanifesto, che si cela dietro la mente e le intenzioni della parte Yin.
Marco Milone, in questo testo spiega minuziosamente, e riportando tutte le fonti necessarie, la storia e le varie interpretazioni del valore intrinseco di quest’antico gioco.
Non si può non apprezzare questo minuzioso lavoro così ricco di fonti accademiche e approfondimenti utilissimi per capire il go, gioco di antichissima origine cinese, sviluppatosi poi in varie nazioni asiatiche e in particolar modo in Giappone; esso ha bisogno di tale approccio, espostoci in maniera leggera e piacevole nel lavoro di Marco Milone.
Nell’ultimo capitolo del libro scopriamo quanto ultimamente il go si stia diffondendo anche in occidente; sembra ormai che in tutto il mondo ci siano numerosi giocatori che spesso inconsapevolmente partecipano ad un gioco che rispecchia le antiche concezioni cosmogoniche, attuando la pratica taoista del riempire i vuoti e svuotare i pieni, affinché, non attraverso un perfetto equilibrio e quindi di stasi, ma tramite una differenza di potere (un avversario che prevale su l’altro), si verifichi la nascita dell’armonia.
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Nato a Napoli nel 1990. Iniziato al Taoismo con il nome di Li Liyi (15ª generazione nella genealogia della scuola Wudang Xuan di Wu Pai) presso la Chiesa Taoista d’Italia, per mano del Reverendo Maestro Li Xuan Zong, principale autorità in Europa. Ha fin da piccolo un forte interesse per la spiritualità espressa da tutte le religioni, ma nutre una vocazione per la religione taoista che cerca di praticare individualmente. L’evoluzione avviene con la scoperta del tempio della “Grande Armonia” (a Caserta), il più importante d’Europa, a pochi chilometri da casa, grazie al quale studia e pratica quotidianamente la disciplina sacra. E’ proprio al tempio della “Grande Armonia” che si sono svolti i maggiori raduni internazionali della Tradizione taoista in Occidente, alla presenza delle massime autorità mondiali, da Li Guang Fu (nel 2016) a Xjang Fenglin (nel 2019).