Le caratteristiche di un Leader efficiente
Una buona leadership migliora l’ambiente lavorativo, a differenza di una leadership autoritaria basata sul potere. Infatti il 62% delle persone manifesta cieca obbedienza senza curarsi degli effetti negativi, sentendosi deresponsabilizzata (esperimento delle scosse elettriche di Milgram).
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Un leader è chi guida, chi dirige un gruppo di lavoro, un ufficio, un reparto, una società o un’azienda. I leader spesso hanno grande influenza nei confronti degli altri. Milgram nel 1969 in un celebre esperimento dimostrò l’obbedienza cieca e acritica all’autorità. In questa ricerca ogni soggetto doveva somministrare scariche elettriche a un’altra persona ogni qualvolta rispondeva erroneamente a dei quesiti. L’intensità della scarica veniva aumentata al progredire degli errori.
In realtà la vittima era un complice dello sperimentatore, che non riceveva nessuna scarica elettrica, ma fingeva di provare dolore, naturalmente all’insaputa del soggetto esaminato. I risultati furono sbalorditivi: il 62% dei soggetti, istigati dal ricercatore, aumentava l’intensità della scarica elettrica fino a quando lo sperimentatore non gli diceva di smettere.
Dato che tutti i soggetti erano adulti e capaci di intendere e di volere risultò stupefacente il fatto che obbedissero ciecamente all’autorità, pur essendo consapevoli che ciò causava dolore a un altro essere umano. Da decenni non a caso ricerche in psicologia del lavoro hanno dimostrato la correlazione positiva tra leadership autoritaria e abbassamento della prestazione nei gruppi oltre all’instaurarsi di un pessimo clima organizzativo.
Inoltre già nel 1994 Hogan, Curphy, Hogan hanno messo in rilevo la relazione tra leadership autoritaria ed esiti negativi nei gruppi di lavoro (incidenti, infortuni, perdite economiche). Di conseguenza, avendo un grande ascendente nei confronti degli altri e dovendo decidere la sorte altrui, un leader deve dimostrare maturità e responsabilità.
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In psicologia del lavoro si distingue sempre tra leadership e management, in cui la prima è caratterizzata soprattutto dall’influenza e il secondo dall’autorità. Il primo in Occidente a occuparsi magistralmente di stile di comando fu Machiavelli ne “Il principe”, ma Confucio lo aveva preceduto in Oriente e lo stesso Lao-Tze ne “L’arte della guerra” trattava di qualità dei leader. Da ricordarsi anche Max Weber che distingueva tra tre tipi di potere, ovvero quello carismatico, quello tradizionale e quello razionale-legale (ritenendo migliore quest’ultimo).
In psicologia del lavoro sono state fatte molte ricerche per studiare i tratti di personalità dei leader, ma non si è approdati a niente di interessante né tanto meno di utile. Sembrerebbe invece che per essere leader bisogni avere soprattutto un’ottima “intelligenza organizzativa”, che comprende anche delle “competenze emotive”, come scrivono in un’opera omonima i professori Gabriele Giorgi e Vincenzo Majer.
Secondo il sociogramma di Moreno esistono all’interno di ogni gruppo umano gli individui popolari (quelli amati da molti) e gli individui potenti (quelli non necessariamente amati da molti, ma dai più popolari. Semplificando diremo che piacciono alla gente che piace).
In una ricerca pionieristica nel 1939, studiando un gruppo di adolescenti, Lewin, Lippitt, White conclusero che tra una leadership autoritaria, una permissiva, una democratica era proprio quest’ultima a conseguire un migliore clima all’interno del gruppo e una migliore prestazione.
Likert nel 1961 trovò che tra quattro sistemi manageriali (autoritario-sfruttatorio, autoritario-benevolo, consultivo e partecipativo di gruppo) era l’ultimo a essere il migliore sotto ogni punto di vista. Fiedler nel 1953 studiando anche il Lpc, ovvero il Least preferred coworker, ovvero chiedendo a ogni leader informazioni su quello che considerava il collaboratore meno preferito, ritenne che esistessero leader orientati al compito e leader socioemotivi.
Chiamò la sua teoria della contingenza perché non c’era uno stile di leadership migliore degli altri in assoluto, ma dipendeva dalla contingenza. Hersey nel 1982 elaborò la teoria della leadership situazionale, il cui nome dice già tutto. Negli ultimi anni si è passati da una leadership situazionale a una leadership trasformazionale, che cioè facesse crescere personalmente i lavoratori, basando molto sulla fiducia, sulla motivazione, sull’empowerment, sulla visione aziendale. Un leader deve saper coinvolgere i propri collaboratori e saperli motivare. Il professore Marcello Novaga metteva tra i più importanti principi organizzativi la delega. Insomma il leader deve saper delegare, a patto di non arricchire troppo il lavoro a parità di stipendio. Non solo ma recentemente gli studiosi hanno raccolto nuove sfide. Alice Eagly ha studiato anche la leadership femminile e le piccole differenze con quella maschile, trovando che le donne sono più democratiche. Infine, visto che il mondo del lavoro è sempre più globalizzato, multiculturale, multietnico, è diventato oggetto di studio il management internazionale e si parla molto di diversity management per cercare di ridurre il più possibile ogni forma di discriminazione.
Foto di krakenimages su Unsplash
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Nato a Pontedera nel 1972. Si è laureato in psicologia con una tesi sul mobbing. Nel 2000 ha partecipato al comitato antimobbing della CGIL toscana. È socio onorario a vita della A.S.A.M University dal 2004 per la sua competenza sul mobbing. Collabora ad Agoravox (quotidiano online), a Sololibri.net, ad Alessandria Today, a Alessandria online, a Word Shelter, al Mago di Oz e saltuariamente anche ad altri siti. Ha un blog sul sito letterario Letteratour e uno su WordPress. È articolista su Il post scriptum (testata giornalistica online). Ha collaborato al Corriere di Puglia e Lucania e a Il Corriere Nazionale (testate giornalistiche online). Ha collaborato al magazine ‘900 letterario. Ha scritto recensioni per Atelier poesia. In passato ha scritto poesie pubblicate su riviste letterarie, literary blog, antologie non scolastiche. Scrive saggi brevi, articoli, recensioni, aforismi, riflessioni. Si occupa di psicologia, di attualità, di poesia contemporanea, di umanesimo contemporaneo, di scrittura.
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