La discriminazione è fashion, sempre di moda
La discriminazione fa sempre tendenza. Chiunque, almeno una volta, è stato discriminato e ha discriminato (forse senza volerlo). Quando sono le lesbiche a discriminare le altre lesbiche.
Salve cari lettori, salve care lettrici e salve persone che non si identificano in una delle due categorie citate ma mi leggono lo stesso. Io sono Emilia e questa è “Saffica”, la rubrica che parla di amore che le donne provano per altre donne, ma non solo!
Oggi parliamo di discriminazione. E’ una cosa che fa molto tendenza. Un sempreverde.
Chiunque almeno una volta nella vita si è sentito discriminato. E
scommetto che chiunque abbia discriminato, anche senza volerlo, almeno
una volta.
Le discriminazioni non giovano a nessuno, diciamoci la verità. In alcuni casi segnano profondamente le vittime, costringendole a cambiare aspetti di sé.
Avete presente la tipica frase (cretina): “Vorrei un migliore amico gay per andare a fare shopping insieme“? Sono sicura di sì. Apparentemente innocua. In realtà, nociva e spesso inosservata. Si pretenderebbe, con leggerezza, che un qualsiasi ragazzo, solo perché gay, fosse patito di moda ultime tendenze. Alcuni sì, certo. Non tutti però.
Moltissimi ragazzi ci tengono a precisare: “pur essendo gay non sono effemminato!”, o: “anche se sono gay sono un vero uomo!”. Perché?
E’ un pensiero sbagliato e involontariamente omofobo. Persone che vivono nella paura senza rendersene conto. Vivono costantemente nel timore di essere giudicati “effemminati” o “troppo gay”, al punto da stravolgere il proprio comportamento naturale. I veri uomini sono tutte le persone la cui identità di genere le porta ad identificarsi come tali.
Essere discriminati è brutto. Discriminare è brutto. Cambiare sé stessi per paura del pensiero altrui è davvero brutto.
Cambiamo genere. Avete mai sentito dire: “VERE DONNE“? Senz’altro. Mi auguro che non lo abbiate mai detto, ma se lo avete fatto, spero che non lo facciate più. Le vere donne non esistono. Tutte le persone la cui identità di genere le identifica come donne, sono donne. E non sarà un vestito, un rossetto, o i genitali a stabilire il contrario.
Ho notato che le lesbiche, spesso, sono le prime a discriminare le altre
donne. Vengono discriminate soprattutto le donne “mascoline”, o con stile
più “androgino” (magari con i capelli molto corti). Ho assistito a numerose
scene in cui si sminuiva la loro femminilità.
Di conseguenza molte lesbiche, incattivite da queste pressioni sociali, si sforzano di apparire come non sono. Addirittura cercano di vestire in un modo che non amano, che non sentono proprio. Addirittura sono proprio loro a parlar male e fare la morale a chi invece è senza inibizioni e fa quel che vuole con il proprio corpo. Capita anche questo.
Non è semplice smettere di aver paura del giudizio degli altri. Ma è molto, molto semplice non giudicare male le altre persone solo perché fanno qualcosa che noi non abbiamo il coraggio di fare, o che non approviamo.
Immagine: Sharon McCutcheon (Unsplash)
Guarda il video di Emilia Galeone sull’argomento: LINK VIDEO
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Nata a Maddaloni, classe 2001. Giovanissima scrittrice, nella Top ten vendite Amazon in Italia all’esordio letterario. Attivista per i diritti umani e make up artist: “Rossa per diletto, consapevole per necessità”. La vocazione artistica dell’autrice si sviluppa tra l’amore per la letteratura, coltivata sin dalla tenera età e la formazione presso l’Accademia di Estetica, dove intende specializzarsi in trucco fotografico per il mondo della moda. Sperimentare la bellezza nelle persone. A soli quindici anni scrive il suo primo romanzo, pubblicato nel 2018 col titolo: “Come un fior di fragola ad agosto” (Officina Milena edizioni). Un ottimo risultato, con la prima edizione vendutissima e l’editore che ne valuta l’immediata ristampa. Da sempre impegnata nelle lotte per i diritti umani e della gender equality, diventando coordinatrice del gruppo giovani di “Rain Arcigay Caserta”. Attualmente sta lavorando al prossimo romanzo, più maturo e crudo del precedente.