Destinazione: Roma Pre-Summit ONU
Più di 100 Paesi e 20mila addetti ai lavori da 190 Nazioni, riuniti per discutere la trasformazione delle produzioni nazionali, verso i nuovi obbiettivi mondiali, tra cui la tutela del pianeta (entro il 2030). In risalto due virtuose aziende italiane.
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Dal 26 al 28 luglio scorso, più di 100 Paesi si sono riuniti a Roma nel corso del Pre-Summit Onu sui Sistemi Alimentari per discutere su come trasformeranno le loro produzioni nazionali, così da guidare i progressi nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile entro il 2030.
Cinquecento delegati, provenienti da 108 Paesi, hanno preso parte all’evento in presenza nella sede della FAO, mentre più di 20mila addetti ai lavori hanno partecipato virtualmente collegandosi da 190 diverse Nazioni.
Tutti hanno presentato le loro posizioni (scaturite da oltre mille “dialoghi” che hanno coinvolto decine di migliaia di persone in tutto il mondo) per implementare le trasformazioni dei sistemi alimentari in modo che diventino più sostenibili, equi, resilienti e nutrizionalmente salutari.
Grazie alle dichiarazioni dei numerosi panelist, questo evento, definito il “Vertice dei Popoli”, ha fornito ai governi nazionali un quadro più completo delle sfide interconnesse esistenti – fame e povertà, mezzi di sussistenza rurali, salute e disoccupazione giovanile – e delle nuove opportunità tese a proteggere la Terra e mantenere al centro la dignità della persona umana.
Se la pandemia ha evidenziato i legami tra disuguaglianza, fame, malattie e il pianeta, la sfida che si pone di fronte ai capi di stato è ora quella del coraggio, quello necessario, come ha espresso il Primo Ministro Islandese Katrín Jakobsdóttir: “a trasformare allo stesso tempo certi sistemi di valori e i relativi sistemi ambientali, allo scopo di eliminare le pratiche dannose e allo stesso tempo portare avanti le azioni politiche che l’esperienza mostra essere positive, umane e rispettose della natura”.
Come emerso dalle recenti statistiche e ricordato dal Primo Ministro Mario Draghi: “la malnutrizione è divenuta la causa principale di morte e la pandemia ha aumentato il numero di persone malnutrite da 130 fino a 800 milioni”, pertanto è urgente attuare scelte globali condivise, tese a garantire l’accesso al cibo, mitigare i cambiamenti i climatici, ridurre drasticamente produzioni disfunzionali per la salute pubblica o l’ambiente e promuovere abitudini alimentari sane preservando le culture tradizionali costruite nel corso dei secoli.
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Tuttavia, secondo le dichiarazioni di Papa Bergoglio: “per raggiungere l’obiettivo Fame Zero non basta produrre cibo, ma è indispensabile un nuovo approccio olistico” e inclusivo, volto cioè a garantire l’emancipazione e l’uguaglianza di genere, valorizzare il ruolo delle donne facilitandone l’accesso al credito, riconoscere i diritti di proprietà della terra (specie per le popolazioni indigene), fornire ai piccoli agricoltori un migliore accesso ai finanziamenti bancari e all’innovazione scientifica, celebrare la resilienza dei giovani che chiedono a gran voce sistemi produttivi che nutrano il mondo oggi, senza compromettere il futuro.
Il cibo è e dovrebbe essere trattato come un bene pubblico, un diritto comune e umano, pertanto l’impegno politico deve dar luogo ad azioni concrete volte a preservare e custodire la natura e l’identità dei popoli, rafforzare le misure di protezione sociale per alleviare le condizioni dei più vulnerabili e fornire una risposta coerente all’insicurezza alimentare, inclusa quella degli stessi produttori.
Come sottolineato dal Presidente di Coldiretti Ettore Prandini: “gli agricoltori producono cibo ma spesso non hanno cibo” strozzati come sono dai costi della filiera, pertanto è indispensabile porre un freno alla massificazione alimentare industriale e spostare la catena valoriale e il patrimonio di fiducia dei consumatori verso chi lavora quotidianamente la terra.
A dimostrazione dell’impegno fattivo dei leader al cambiamento dei sistemi alimentari, in concomitanza col Pre-Vertice sono state premiate, nell’ambito del concorso “Good for All” 50 piccole e medie imprese capaci di lanciare sul mercato soluzioni stimolanti, comunicativamente efficaci e in grado di promuovere sostenibilità e nutrizione nelle comunità che servono.
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Fra i vincitori ci sono anche due modelli italiani: l’azienda IUV, una start-up che produce imballaggi biodegradabili a base di biopolimeri naturali che preservano e migliorano la freschezza, la durabilità, l’aspetto, il sapore e il profumo degli alimenti; e Treedom, piattaforma green che consente di salvaguardare l’ambiente regalando un albero da frutto che, una volta piantato, contribuirà a favorire la biodiversità, ridurre la CO2, coinvolgere piccole comunità rurali nel Sud del mondo in progetti agroforestali finanziati e favorire l’uso sostenibile delle risorse e dei terreni.
Insomma il futuro del cibo e degli ecosistemi mondiali richiede nuovi modi di fare impresa, ORA!
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“𝐖𝐚𝐫𝐝𝐨𝐠” è l’autore sotto pseudonimo che ci testimonia progetti e retroscena del mondo enogastronomico: dallo 𝐬𝐟𝐫𝐮𝐭𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢, ai vari tipi di caporalato, ai progetti divulgativi. E’ intervenuto al 𝐩𝐫𝐞-𝐒𝐮𝐦𝐦𝐢𝐭 𝐎𝐍𝐔, o ospite al 𝐒𝐈𝐆𝐄𝐏 (il più importante evento del dolce) e presenza fissa allo Sherbeth, il festival internazionale del gelato artigianale, oltre all’attività divulgativa coi volontari nel 𝐝𝐞𝐬𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐚𝐟𝐫𝐢𝐜𝐚𝐧𝐨 che formano cuoche nei 𝐜𝐚𝐦𝐩𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐮𝐠𝐡𝐢.
Laurea in Design e Arti visive allo IUAV, master IED in Curatore museale e di eventi performativi, si dedica all’arte contemporanea lavorando presso gallerie private, la Biennale di Venezia, il Festival Inequilibrio, lo spazio Carlo Scarpa alla Fondazione Querini Stampalia; parallelamente, dal 2012, approfondisce la passione per la gastronomia, consegue la qualifica professionale di pasticcere e panificatore, si specializza in gelateria presso CastAlimenti e l’Università dei Sapori di Perugia, intraprende un’intensa gavetta fra rinomati laboratori pasticceri in Veneto, Campania e Lazio, culminata nella collaborazione pluriennale con premiati maestri 3 coni GamberoRosso in Sicilia prima e Toscana poi. Email: chef.wardog@gmail.com