BD5M, F3tish e Kinky – introduzione alle sessualità insolite
I fondamentali di questa dimensione dell’eros raccontati tra esperienza personale e riferimenti scientifico-letterari. Accantonate De Sade e Masoch, per entrare in un discorso più consapevole, studiato e quotidiano.
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Fruste e manette, gogne e gabbie e tutto ciò che di pelle, PVC e Latex si possa immaginare. Tante volte abbiamo sentito parlare di “sadomaso” dai media (1), ma in poche di queste occasioni ci è stato spiegato (bene) di cosa si tratta, come funziona… ma soprattutto che è un mondo accessibile a tutti, anche a chi di voi ha un sogno erotico chiuso nel cassetto da tanto tempo.
In questa rubrica su BDSM, Fetish e sessualità non convenzionale, cercherò di fare un excursus di quanto corretto è stato già detto e scritto, oltre a riportare dove necessario la mia personale esperienza di “perversione”.
Il BDSM – Partiamo col dire che il termine sadomasochismo è stato coniato da Sigmund Freud, ispirato dalle opere dei due scrittori Donatien Alphonse Françoise de Sade e Leopold von Sacher Masoch (2). Tuttavia, oggi è un termine che sta cadendo sempre più in disuso; al suo posto, si parla sempre più spesso di BDSM (3), un acronimo che sta per Bondage, Dominance/Discipline, Submission/Sadism, e Masochism.
Il bondage è una pratica che consiste nell’immobilizzare, nell’alterare la capacità percettiva o la parola di un’altra persona in maniera più o meno pervasiva, entro un limite di tempo e per finalità erotiche (4). Il gioco è svolto comunemente per mezzo di corde (rope bondage), ma possono essere utilizzate anche catene, manette, collari. Indirettamente, infatti, il termine adduce a tutto il vasto mondo delle costrizioni per mezzo dei più disparati presidi, anche medici, come busti e altre apparecchiature ortopediche (abasiofilia), mobilio progettato a tal guisa, nastri adesivi, pellicole o tessuti (mummificazione).
La dominazione è l’azione di prevaricazione svolta dal Dominante in una dinamica di potere che può svolgersi o all’interno di un temporaneo gioco di ruolo (roleplay), o di una vera e propria relazione D/s (Dominante, in maiuscolo e sottomesso, in minuscolo). Se la dinamica relazionale D/s si estende costantemente in tutti gli aspetti della vita di coppia, senza limiti spaziali o temporali, si parla di 24/7, ovvero 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Per disciplina si fa riferimento a più aspetti che coinvolgono sia il Dominante che il sottomesso. La disciplina infatti, si rende necessaria sia nel momento di infierire una pratica, sia quando si riceve; a loro volta, alcune di tali pratiche sono talmente complesse da assumere la dignità di specifiche discipline. La conoscenza e il controllo che ne derivano, incanalate in una ritualità tipica delle pratiche sadomasochiste, danno atto a quella che in gergo viene chiamata sessione. La parte di allenamento di un Dominante, o di addestramento di un sottomesso, vengono invece chiamate training, indistintamente.
Non mi dilungherò sulla definizione di sottomissione in senso stretto, bensì tengo a dire che essa rappresenta la cartina tornasole di un buon Dominante, ma anche della sincera natura del sottomesso. La sottomissione infatti non andrebbe chiesta né pretesa, ma suscitata istintivamente e consolidata attraverso un sano rapporto di piacere, rispetto e fiducia. La consensuale costruzione della sottomissione, che prevede due parti impegnate per il fine comune della ricerca del proprio posto nel mondo, fa sì che diventi un’opportunità per entrambi di capire qualcosa in più rispetto il vero senso dell’umano, ricalcando, come fossero ombre cinesi, le metamorfosi kafkiane e le catarsi del moderno teatro panico (5).
Il sadismo è la ricerca di piacere attraverso il dolore, che non è un fine, ma un mezzo. Il masochismo, clinicamente definito come algolagnia, pure. Possono coinvolgere il corpo o la mente, così come possono comprendere o meno dinamiche di dominazione e/o sottomissione.
Ora, tornando al termine sadomaso, sebbene conservi ancora il suo valore storico, oggi suona come limitante e riduttivo. Questo perché alla luce della configurazione contemporanea della sessualità insolita, sempre più consapevole e identitaria, il sadismo e il masochismo, ne escono entrambi ridimensionati rispetto la memoria mainstream: in primo luogo perché sono rappresentativi solo di una parte, seppur vasta, di tutto l’ampio spettro dell’erotismo estremo, in secondo luogo perché nulla hanno a che vedere con i ricordi romantico-criminali de “Le 120 giornate di Sodoma”. Infatti, affinché un qualunque gesto di supplizio ricada con dignità sotto la dicitura-ombrello di BDSM, deve rispettare tre principi: essere “Sano, Sicuro e Consensuale” (abbreviato, SSC) (6).
Il Fetish – Da manuale, per feticismo (o parafilia) in senso stretto si intende lo spostamento dell’interesse sessuale dalla persona a una sua sola parte, caratteristica o sostituto (7). Dunque, innanzitutto le parafilie sono di tanti tipi, poi possono riguardare non solo i piedi, ma anche un’altra parte del corpo, un atteggiamento, o elemento di vestiario. Da quest’ultimo ne deriva la commistione storicamente prolifica dell’immaginario fetish con la moda e le subculture metropolitane. Feticizzare qualcuno o qualcosa, corrisponde ad elevarla a uno status degno e a tratti esclusivo del proprio eccitamento. Il feticista si dona, promette e sacrifica il suo orgasmo al fine di onorare l’ambìto feticcio, diventato desiderio, ossessione e talvolta condanna.
Il Kinky – Nell’ambiente del sesso estremo, vanilla non è un gusto di gelato, ma è il sesso non trasgressivo, e per estensione si riferisce alle persone che fanno sesso plain, senza toys, né sculacciate: alla missionaria, o poco più. Non c’è nulla di male in questo: è solo un’etichetta che lo distingue dal sesso kinky, e dai kinksters che lo praticano. Il kinky è il mondo della notte. Il Bdsm rientra nel kinky, così come il fetish; ma anche lo scambismo è kinky, il vouyerismo, il sesso primal, e tutte quelle piccole perversioni fruibili in maniera consensuale.
Tra di noi vige un detto: “Si nasce e si muore tutti vanilla, ma nel frattempo, si vive da kinksters. Che tu lo voglia o no, è così.”
Ph articolo: Stanislav Shevchenko
Ph profilo: Cristina Cenci
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Bibliografia e sitografia:
(1)Psicologia contemporanea, “Sesso insolito: quanti pregiudizi”, https://www.psicologiacontemporanea.it/blog/sesso-insolito-quanti-pregiudizi-hai/; (2)Ayzad, “BDSM. Guida per esploratori dell’erotismo estremo” (Castelvecchi, 2004); (3-6) State of mind, “Parafilie e sessualità”, https://www.stateofmind.it/2018/12/bdsm-parafilie-sessualita/; (4)Rope Tales,“Bondage”, https://www.ropetales.it/bondage/; (5) Alejandro Jodorowsky, “Psicomagia. Una terapia panica” (Feltrinelli, 2013); (7) Ayzad, “I feticismi oltre i luoghi comuni”, https://ayzad.com/it/i-feticismi-oltre-i-luoghi-comuni/
Nasce il 27 febbraio 1995 a Pescara. Gotica e kinkster. Laureata in Architettura. L’infantile passione per la poesia prende sfogo nella sua prima pubblicazione, Opera Trina (2022), che costituisce il primo capitolo, concluso, del suo percorso esoterico, tra suggestioni mistiche ed erotiche. Ad oggi è fetish designer per il suo brand, Leather Witch.
Instagram personale: https://www.instagram.com/ophelia_della_cattedrale/
Instagram del Brand: https://www.instagram.com/leatherwitch_fetdesign/
Blog di appunti di studi esoterici: http://lasophiale.blogspot.com/