BD5M, F3tish e Kinky – etichetta e sicurezza per p3rv3rtiti alle prime armi


Cosa troverete e come comportarsi agli eventi: situazioni accettabili e quelle da evitare. Regole e buonsenso per preservare le persone.

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Durante l’articolo precedente, abbiamo descritto le diverse tipologie di eventi BDSM senza soffermarci troppo sulle dinamiche di interazione previste in queste occasioni. Ora andremo ad approfondire le ultime nozioni necessarie, e i comportamenti da tenere, per iniziare ad approcciare alle proprie inclinazioni sadomasochiste in maniera consona e consapevole. Per prima cosa, vi sarete chiesti cosa intendessi dire quado la scorsa volta parlavo di gioco.

COSA VUOL DIRE GIOCARE – Tradotto letteralmente dall’inglese “to play BDSM”, si usano espressioni come giocare, dinamica di gioco, o sessione di gioco per intendere più genericamente l’atto di fare BDSM con qualcuno. Con queste parafrasi, nella maniera più generica possibile, non ci si riferisce a un ruolo né a una pratica specifica, e a seconda del sentire personale, può comprendere o meno il coinvolgimento del sesso orale o penetrativo; per questo motivo, dato che ad oggi la definizione di questa espressione gergale rimane aleatoria, consiglio di verificare sempre cosa una persona si aspetti esattamente dal giocare con voi.

Assicurarsi dei desideri e della sensibilità del partner, indipendentemente dal ruolo, non è solo un atto di premura, ma rappresenta la base per discernere un abuso da una sessione di BDSM – che deve svolgersi secondo tre criteri di sicurezza minima (SSC, “Safe, Sane and Consensual”):

  • Il BDSM deve essere sano – Assicurati che la persona che hai difronte sia in uno stato di salute fisico e mentale adeguato, e che sia lucida e presente a sé stessa prima di metterti nelle sue mani o prenderla nelle tue. Parimenti, se sei in una situazione di salute fragile momentanea o cronica hai il dovere di comunicarlo. Chi subisce sevizie non deve riportare danni che lo compromettano in maniera invasiva e permanente; in questo senso è necessario fornirsi di un kit di pronto soccorso. Se associ al BDSM il sesso occasionale, ricordati di sottoporti a regolari test per le malattie veneree; usa il profilattico e il Dental Dam. Mantieni un’igiene personale adeguata, e pulisci accuratamente gli ambienti, le strutture e i sex toys.
  • Il BDSM deve essere sicuro – Nessuna pratica è esente da possibili incidenti, anche mortali, ed è per questo che è necessario prendere una serie di precauzioni allo scopo di diminuirne quasi del tutto l’eventualità; per prima cosa, non bere alcool e non fare uso di droghe quando fai BDSM, mai. Soprattutto all’inizio, potrebbe essere più sicuro giocare in contesti dove altre persone possano accorrere in aiuto in caso di emergenza. Spazio di gioco, visibilità e acustica devono consentire il corretto svolgimento della sessione; stesso discorso per le strutture: croci di sant’Andrea, gabbie, cavalline e gogne devono essere solide e in buono stato. Per alcune discipline particolarmente complesse e rischiose come Shibari, Verberazione, Clinical e molte altre, esistono corsi e workshop durante i quali si può imparare da zero, oppure spazi dedicati dove fare esercizio e confrontarsi con gli altri, come i peer rope, o le rope jam session.
  • Il BDSM deve essere consensuale – il consenso deve essere a sua volta:
  • Affermativo, ovvero non presunto; va richiesto sempre e manifestato chiaramente.
  • Entusiasta, quindi non estorto, manipolato, ottenuto sotto minaccia o con la paura.
  • Sempre revocabile, in qualsiasi momento della sessione o del rapporto sessuale, per qualsiasi motivo.

Una persona momentaneamente incapace di fornire il consenso, anche per uno solo di questi punti, va protetta, non abusata! (1)(2)(3)

Comunicare prima di fare qualsiasi altra cosa è fondamentale. Una sessione di gioco è composta di tre momenti principali. Durante la prima fase di conoscenza e contrattazione, ci si presenta e si costruisce un feeling; si palesano i propri limiti e si proiettano le proprie aspettative proprio per scambiarsi il consenso. Si scelgono i cenni di resa, per la sospensione o l’interruzione del gioco; nella letteratura dedicata è chiamata safeword, una parola fuori contesto, da pronunciare come segno di interruzione in caso di emergenza. Nell’ambiente sta prendendo sempre più piede l’abitudine di avere anche un gesto delle mani, accompagnato alla parola, per assicurarsi che il segnale venga percepito anche in contesti come i play party, dove visibilità e acustica non sono delle migliori.

Messo tutto in chiaro, se si è a proprio agio, comincia la fase di gioco: il cuore della sessione. Attraverso una sapiente oscillazione di piacere e dolore, o un climax ascendente di degradazione, umiliazione e desiderio, c’è un momento clou che segna il termine della sessione, segnalato o meno dal cenno di resa; da qui inizia la fase di aftercare, durante la quale le persone coinvolte si prenderanno il loro tempo per decomprimere le emozioni appena trascorse. Durante questa fase, chi ha subito le sevizie potrebbe essere particolarmente fragile: è pertanto buona norma assicurarsi del suo stato, rincuorarla e medicarla nel caso ce ne fosse bisogno. È assolutamente indispensabile, prima di congedarsi dalla sessione di gioco, scambiarsi i contatti personali.

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Le dinamiche in cui si consumano le pratiche BDSM presuppongono sempre un tipo di relazione di potere. In maniera più o meno intensa, relegata o meno a livello spaziale o temporale, che sia solo fisica o anche psico-emotiva, una disparità è sempre presente. Tali relazioni possono avere una diversa natura, e si sviluppano tutte attorno alla tensione alimentata da questa disparità, frutto di ruoli reciprocamente concordati e riconosciuti:

  • Top/bottom è una meccanica limitata all’esperienza fisica del gioco, senza nessuna soprastruttura intellettuale. Se la persona con cui si gioca diventa fissa prende il nome di playpartner.
  • Dominant (o Dominatrix)/Submissive comprende il riconoscimento reciproco di un ruolo, una figura dominante e una sottomessa.
  • Master (o Mistress)/Slave invece, comprende anche una appartenenza emotiva.

Quando la persona dominante viene pagata, viene chiamata Prodomme (“Professional Dominatrix”) o Promaster (“Professional Master”).

Altri tipi di relazione possono essere il coaching e il mentoring. Il primo è un insegnante che in forma collettiva o personale trasmette la scienza di una disciplina; il secondo è una personalità di spicco che si è distinto per dei meriti ed è amato dalla comunità: un divulgatore, un organizzatore di eventi, un innovatore…

Ogni volta che interagite con qualcuno che non conoscete, siete tenuti a comportarvi in maniera informale, senza anteporre il ruolo alla persona, Dominante o sottomesso che sia; non approcciate in maniera insistente: siamo in tanti, non c’è bisogno di agitarsi.

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