Habemus “Saffica”
Non mentire mai: se è donna e lesbica, troverà la verità! 7 punti nel rapporto tra donne. Drammi, instabilità, red flags, la solitudine e la trappola del: «Vivo in un paesino. Ora che ho lei me la tengo stretta».
Salve cari lettori, salve care lettrici e salve persone che non si identificano in una delle categorie sopra citate ma che leggono comunque!
Io sono Emilia e questa è: “Saffica”, la rubrica che parla di sesso, disavventure, che dà consigli sulle relazioni e fa umorismo un po’ cinico sull’amore che le donne provano per le altre donne.
Partiamo col botto e parliamo della cosa che le lesbiche amano di più: i drammi.
Certo, i rossetti e le brave ragazze sono belli, duraturi e ti danno sicurezza. Ma i lipgloss, così come le instabili, per quanto ti creino imbarazzo in determinate situazioni e per quanto non siano adatte ai pranzi di famiglia, saranno sempre più intriganti.
Una cosa che accomuna le lesbiche sono sicuramente i drammi e le ex (ma a quello guarderemo nel futuro prossimo).
Ci sono anche le relazioni che partono con le migliori intenzioni, ma sbuca qualcosa di mezzo. Come ci sono relazioni che neanche iniziano e restano sospese tra un: «quindi che cosa siamo?”» e una Tennent’s. O relazioni che partono infuocate e bruciano prestissimo, lasciando un pugno di cenere a causa dell’eccessivo coefficiente di instabilità di una delle due (o di entrambe!).
Quindi, come si fa ad essere lesbica ed avere al contempo una relazione sana?
Credo che stia tutto nell’amore verso se stesse, la mente aperta e la Tennent’s di poco fa.
Nel caso qualcuna di voi fosse astemia, invece, (I) partiamo con il riconoscere le “red flags”. Cos’è una red flags? Sono, in breve, i segnali di allarme che ci trasmette il comportamento di una persona. Quindi, in primis bisogna prestare attenzione alla condotta di una ragazza per carpirne di più, magari per intuirne la possibilità di improvvise manovre giù in picchiata.
(II) Non aver paura di restare da sola!!! Spesso la preoccupazione è: «Vivo in un paesino. Di lesbiche ce ne sono poche. Ora che ho trovato lei me la tengo stretta!». È il pensiero sbagliato per eccellenza. Di lesbiche (e bisessuali) ce ne sono più di quanto si creda. Inoltre, in generale, accontentarsi di una relazione che non ci fa stare bene, per paura di restare sole, è il tranello peggiore in cui si possa cadere. Come dice RuPaul: «Se non ami te stess* come diavolo pretendi di amare qualcun’altr*?».
(III) Capisci innanzitutto cosa stai cercando. Una relazione stabile, monogama e duratura? Una ragazza con cui uscire una sera? Una “scopamica”? Qualunque sia la risposta, andrà bene. L’importante è che tu te ne renda conto e lo faccia capire subito!
Illudere e deludere non è mai piacevole. E neanche restare delusa a tua volta.
Quindi, nel momento in cui conosci qualcuna ad un “aperitivo lgbt+”, o scaricando una “app di dating” per donne, ecc., fai in modo di mettere subito le cose in chiaro, evitando di ritrovarti con un gatto in comune e il suo spazzolino in bagno (quando, semplicemente, cercavi il piacere di una notte).
(IV) Sii sincera. Non mentire sulla tua età, su dove lavori, sulla tua situazione familiare, se hai moglie o marito, se hai figli nascosti da qualche parte. Non. Mentire. Mai, perché se è donna ed è lesbica, in un modo o nell’altro verrà a sapere la verità.
(V) In caso cominciassi una relazione, ritagliati comunque del tempo per te. Ok, forse è l’amore della tua vita, l’unica ragione per la quale ti alzi al mattino, la fonte del tuo sorriso, però se la tua vita comincia a girare unicamente attorno a lei, rischi due cose: farla sentire chiusa in una gabbia dorata e perdere il contatto con te stessa. Le relazioni sono composte da incastri. Quindi incastra bene i vostri orari e impegni, continuando a coltivare passioni e amicizie anche come individui e non unicamente come coppia.
(VI) Parlale di tutto ciò che fa stare male. Se ci sono cose interne o esterne alla relazione che influiscono su di essa, che ti causano sofferenza, parlane e assieme cercate di risolvere dove possibile. Anche in caso di situazioni non risolvibili, affrontale sempre assieme, mano nella mano. Non tenerti tutto dentro, o finirai per esplodere e per rinfacciarle persino quella volta in cui ti ha: «fatto cadere il kebab sul vestito, due anni fa!».
(VII) Non tirarla per le lunghe. Se sono più le volte in cui litigate che quelle in cui andate d’accordo, se non ti senti più a tuo agio, se la “chat di gruppo” con le tue migliori amiche è intasata di screen con lei perché state litigando da giorni e non ce la fai più, chiudi. Taglia la testa al toro. È inutile continuare a tirare per i capelli la vostra relazione, piuttosto lasciala e trovane una che tiri per i capelli te, durante il sesso, con il tuo consenso.
Immagine: Diana e Callisto, di PIERRE, JEAN-BAPTISTE-MARIE
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Nata a Maddaloni, classe 2001. Giovanissima scrittrice, nella Top ten vendite Amazon in Italia all’esordio letterario. Attivista per i diritti umani e make up artist: “Rossa per diletto, consapevole per necessità”. La vocazione artistica dell’autrice si sviluppa tra l’amore per la letteratura, coltivata sin dalla tenera età e la formazione presso l’Accademia di Estetica, dove intende specializzarsi in trucco fotografico per il mondo della moda. Sperimentare la bellezza nelle persone. A soli quindici anni scrive il suo primo romanzo, pubblicato nel 2018 col titolo: “Come un fior di fragola ad agosto” (Officina Milena edizioni). Un ottimo risultato, con la prima edizione vendutissima e l’editore che ne valuta l’immediata ristampa. Da sempre impegnata nelle lotte per i diritti umani e della gender equality, diventando coordinatrice del gruppo giovani di “Rain Arcigay Caserta”. Attualmente sta lavorando al prossimo romanzo, più maturo e crudo del precedente.