Razionale e irrazionale si sposano continuamente nella mente
I processi psicologici accendono il faro sulla necessità di metabolizzare l’insensatezza della realtà. Ogni razionalista, accettando i limiti, i paradossi della coscienza, diventa a suo modo un irrazionalista. Qualsiasi psicoterapeuta può mostrarci che il desiderio di ordine può portare alla folle ossessione e la tendenza al caos, può diventare creatività illuminante.
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Freud in “Al di là del principio di piacere” teorizzò che in ogni essere umano esistono Eros, la pulsione di vita, e Thanatos, la pulsione di morte. Per gli psicoanalisti ogni relazione è ambivalente: il bambino deve integrare la “buona madre”, che dà il capezzolo e il latte, ma anche la cattiva madre che si nega e che punisce. La buona salute psichica fin dall’infanzia consiste anche nel saper accettare pienamente questa ambivalenza emotiva e perché ciò avvenga per Winnicott prima di tutto la madre deve essere “sufficientemente buona”.
Molto spesso la psicologia fin dagli albori si basa su dicotomie, su contrapposizioni, su polarità. Veniamo ora ai concetti di razionalità e irrazionalità, di ordine e disordine. Per quanto cerchi la razionalità uno/a psicologo/a deve cercare di eliminare per quanto possibile le razionalizzazioni (che per Freud sono meccanismi di difesa dell’io) e un eccessivo razionalismo nella sua visione del mondo perché deve far fronte quotidianamente all’inspiegabile, all’imponderabile, all’aleatorio, all’irrazionale.
Herbert Simon nel 1955 non a caso ha coniato il termine “razionalità limitata” che contraddistingue ogni persona. Per deontologia e prima ancora ontologicamente psicologi e psicologhe non possono essere irrazionalisti/e nel senso che non possono elevare a sistema di pensiero l’assurdo, anche se non possono nemmeno rigettarlo, né rimuoverlo a priori.
Non possono nemmeno fondare tutto sul sentimento, sull’intuizione, sull’emozione. Nel setting terapeutico l’analista deve far fronte con scienza, coscienza, empatia al vissuto del paziente; ci sono dinamiche psichiche come il transfert e il controtransfert; ogni paziente è allo stesso tempo una presa in carico e un rovello psichico-esistenziale-cognitivo. Intellegibile e inintellegibile coesistono ai massimi livelli nella vita di ogni psicologo/a.
Compito dello studioso/a di psicologia è circoscrivere l’irrazionale e allo stesso tempo saper accettare, inglobare, metabolizzare la contraddittorietà, l’ambiguità, l’insensatezza del reale nella sua ottica, pur sapendo che i più maligni etichetteranno questo stesso atteggiamento mentale aperto, questa lungimirante chiave di lettura essa stessa come irrazionalista.
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La buona psicologia è totalizzante, globale; comprende in sé ogni aspetto umano, anche se ogni scuola, ogni indirizzo ne privilegia alcune caratteristiche di fondo. Più in generale potremmo affermare che la missione di ognuno nella vita, per dirla con il poeta Harold Norse, sia quella di “cercare ragioni razionali per credere nell’assurdo”. In questo senso uno degli scopi della psicologia è quello di dare forma all’assurdo.
Prima ancora di comprendere razionalmente l’assurdo in noi, negli altri, nel mondo bisogna saperlo vedere, bisogna saperlo sentire. Non solo ma si studia e si fa psicologia per trovare dei principi chiarificatori dell’umanità, del mondo, della nostra stessa esistenza. Un concetto portante di Bion si gioca tutto su questo discrimine, tra ciò che noi consideriamo incomprensibile e irrazionale, ovvero gli elementi beta (filosoficamente cose in sé, i noumeni) e gli elementi alfa (ciò che la nostra ragione riesce a controllare, a manipolare): i nostri pensieri scaturiscono tutti da questo processo psichico.
Nella storia dell’umanità si sono avvicendati razionalisti e irrazionalisti, coloro che volevano mettere ordine e coloro che volevano aggiungere ulteriore disordine. Non sempre esiste coerenza di comportamento. Non sempre c’è corrispondenza tra presa di posizione intellettuale e vita. Inoltre ogni irrazionalista filosofando è anche un razionalista.
Ogni razionalista accettando i limiti, i paradossi della conoscenza umana è esso stesso in un certo qual modo un irrazionalista. Ognuno di noi nella vita fa delle scelte razionali e delle scelte irrazionali. Nel nostro mondo interiore qualsiasi psicoterapeuta ci insegna che l’ordine può portare anche all’ossessione e “il caos può generare una stella danzante”.
In genere ci sono alcune persone per cui è egosintonico l’ordine e altre il disordine, ma bisogna poi vedere se questi sono disfunzionali o meno: ciò dipende da soggetto a soggetto. L’equilibrio, lo squilibrio, il punto di rottura variano da individuo a individuo.
Razionale e irrazionale si intrecciano e si compenetrano. Noi dobbiamo solo sforzarci di tracciare delle linee di demarcazione, che sono pur sempre provvisorie e spesso errate. Ognuno nella sua vita è uno psicologo ingenuo che cerca di governare il caos e lo fa anche quando si pensa irrazionalista, abbandonandosi ad esso: a conti fatti anche l’uomo più irrazionale, più contraddittorio, più contraddetto è in fondo all’animo, nel suo profondo un ricercatore di coerenza, anche se per tutta la sua vita abbandona tutto sé stesso al disordine per intimi convincimenti ben radicati o per una forza cieca che lo fa ricadere continuamente nei suoi errori.
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Nato a Pontedera nel 1972. Si è laureato in psicologia con una tesi sul mobbing. Nel 2000 ha partecipato al comitato antimobbing della CGIL toscana. È socio onorario a vita della A.S.A.M University dal 2004 per la sua competenza sul mobbing. Collabora ad Agoravox (quotidiano online), a Sololibri.net, ad Alessandria Today, a Alessandria online, a Word Shelter, al Mago di Oz e saltuariamente anche ad altri siti. Ha un blog sul sito letterario Letteratour e uno su WordPress. È articolista su Il post scriptum (testata giornalistica online). Ha collaborato al Corriere di Puglia e Lucania e a Il Corriere Nazionale (testate giornalistiche online). Ha collaborato al magazine ‘900 letterario. Ha scritto recensioni per Atelier poesia. In passato ha scritto poesie pubblicate su riviste letterarie, literary blog, antologie non scolastiche. Scrive saggi brevi, articoli, recensioni, aforismi, riflessioni. Si occupa di psicologia, di attualità, di poesia contemporanea, di umanesimo contemporaneo, di scrittura.
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