I locali: predatori di giovani durante l’epidemia
I messaggi contraddittori degli adulti, tra allarmismo e cialtroneria, creano confusione nei giovani. E i gestori dei locali speculano su movida e salute dei ragazzi, non rispettando le direttive sanitarie. Siamo una società senza idee chiare, incapace di educare.
Non pongo l’attenzione sul comportamento dei giovanissimi riguardo il loro atteggiamento più o meno menefreghista o trasgressivo ai provvedimenti adottati per la prevenzione del contagio. Si sa che l’adolescenza è uno tsunami di contraddizioni, onnipotenza e allergia a norme e divieti.
Invece focalizzo sui messaggi contradittori degli adulti e come questi possono influire sulle giovani menti.
Da una parte la società proclama uno stato di emergenza con misure e divieti per la prevenzione del Coronavirus, poi dall’altra si pone l’accento sui rischi che questo virus sta causando all’economia.
Tra questi due modi di vedere nascono diversi approcci alle informazioni per la società. Ci sono notizie rassicuranti e dall’altra notizie catastrofiche. Questo genera nella popolazione uno stato mentale di confusione e incertezza.
A pagare le conseguenze di questa babilonia linguistica sono i giovanissimi. Di per sé già disorientati, finiscono per disorientarsi ancor di più ed essere facile mercanzia per tutti coloro che antepongono l’economia alla salute dell’individuo.
Tutti noi adulti sappiamo, per esempio, come il preadolescente e l’adolescente siano attratti dai loro idoli del momento e quindi occorre veramente poco coinvolgerli a flotta, a discapito di sanzioni e norme di prevenzione. E’ la rete di locali dove a tener banco è il dio denaro.
Sappiamo come l’adolescente sia attratto dallo sciame della movida: discoteca, bar, affollamenti in piazza, drink, ecc.
Orbene, se non si interviene a monte e lo dico con la metafora “staccare le luci”, in questo periodo particolare, siamo certi che mai e poi mai una giovane mente acquisirà consapevolezza e responsabilità delle proprie azioni nell’immediato, anche se è a conoscenza dei pericoli del contagio.
Il pericolo fa parte del bagaglio adolescenziale!
L’anello debole in questo scenario ambiguo di notizie sono i giovanissimi. Possono diventare, o essere a loro insaputa, una facile mercanzia per quei gestori di locali che su ambiguità e irresponsabilità diventano i predatori al tempo del Coronavirus.
Non possiamo essere una comunità educante se non abbiamo chiare le idee.
Significa far comprendere la responsabilità di poter diffondere maggiormente il contagio… alle famiglie con anziani, o magari anche ad amici immunodepressi. Si sostiene che l’epidemia non è arginabile, ma diventa necessario rallentarla per non causare il collasso delle strutture sanitarie, cercando di diluire il numero di malati nello stesso periodo.
Cosa per noi è importante? L’individuo e il suo benessere. O, piuttosto, gli interessi economici del dio denaro, che trasforma anche i giovanissimi in una mercanzia? A noi la scelta.
Immagine: William White su Unsplash
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Caserta, 1964. Consulente Pedagogista. Opera nel sociale, in diverse strutture, nelle scuole come tutor di progetti e docente. Esperta in Counseling Vittimologico, attiva nei centri di ascolto per donne vittime di violenza, di violenza in generale, o per strada con “Ascolto Giovani”. Iscritta all’ A.N.P.E. (Associazione Nazionale Pedagogisti Italiani). Fa parte del Corpo Internazionale di Soccorso Costantiniano ONLUS come volontaria per lo sviluppo di progetti umanitari di solidarietà e di aiuto al prossimo, per tutte le fasce di età e di tutti i ceti sociali. Nel suddetto sito web ha uno spazio “L’angolo della Pedagogista . Promotrice di seminari e conferenziera in vari convegni su tematiche adolescenziali. Autrice di innumerevoli articoli pedagogici, interviste radiofoniche (“I Padrieterni” su Radio 24 – Il Sole 24) e video.