Gli eventi e la comunità BD5M, F3tish e Kinky


Nessuna comunità o evento è sicuro in termini assoluti, per quanta cura possa esserci. La vera sicurezza si costruisce attraverso persone fidate e la regola d’oro è: “aiutate per essere aiutati”.

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Nel primo articolo abbiamo iniziato a parlare delle definizioni base legate all’acronimo BDSM e abbiamo terminato accennando a grandi linee cosa si intende per Kinky: un termine ombrello utilizzato per descrivere tutto l’ampio spettro della sessualità non convenzionale. Con questo secondo articolo continueremo col trattare le descrizioni di quegli aspetti e termini necessari per frequentare in maniera consona la comunità BDSM.

Sotto la dicitura di comunità, intendiamo non solo uno spazio fisico o virtuale ben definito, ma anche una sorta di contenitore morale, nel quale i rispettivi fruitori proiettano le proprie identità e al tempo stesso ne vengono rappresentati; una scatola vuota o un vuoto a rendere, nel quale approcciare con anime affini alla propria.

A seconda di quelle che sono le scelte e i bisogni personali, il BDSM può essere vissuto quando capita, il più possibile, o come un vero e proprio lifestyle, a seconda di quanto questo aspetto della sessualità sia permeante nella propria vita. A quella parte di comunità che partecipa attivamente agli eventi ci si riferisce spesso col termine di ambiente.

SICUREZZA – Gli eventi dell’ambiente BDSM sono il modo più comune con cui si può fare conoscenza di più persone nel minor tempo possibile.Tuttavia, contrariamente a ciò che pensano molti, sono arrivata alla personale conclusione che non sono necessariamente esperienze meno pericolose rispetto ad un incontro in solitaria: un evento non è automaticamente un posto sicuro, e nonostante l’impegno e la buona fede degli organizzatori, nessuna comunità locale potrà mai essere definita safe space in termini assoluti. Questo perché la vita può essere talmente complessa, tale che nessuno è esente dal poter diventare potenzialmente vittima, quanto carnefice.Ciò che rende sicuro un gruppo di persone in relazione tra loro, è la costante attenzione di ognuno verso gli altri, e prima ancora verso sé stessi;bisogna uscire dalla convinzione che esista un soggetto che protegge e un oggetto da proteggere, perché in una comunità la sicurezza non è un diritto dovuto, ma una dinamica che si costruisce insieme a tutti gli altri. Per cui nonostante agli eventi, piccoli o grandi che siano, troverete delle persone pronte ad intervenire in caso di emergenza, non esitate ad aiutare a segnalare, ma soprattutto, aiutate per essere aiutati.

Il munch è un aperitivo informale, svolto spesso sotto copertura o in forma anonima, che dir si voglia, in un locale preposto ad accogliere un numero modesto di partecipanti.Durante questo tipo di evento, è possibile fare conversazione con tutti gli avventori, a prescindere dai ruoli, senza un dresscode specifico e col divieto categorico di avviare dinamiche di gioco in loco. Benché in origine il munch fosse solo in un’occasione di interazione sociale, oggi troviamo un’ampia proposta di serate che possono prevedere anche giochi di società, cineforum, letture o presentazioni di libri, ospiti speciali e dibattiti.

Potrebbe capitare che vi imbattiate nella dicitura TNG – con The Next Generation si intende la nuova leva dell’ambiente, quel range che va dai 18 ai 30/35 anni. Rispettivamente, sotto questo acronimo, vengono svolti eventi aperti a questa fascia di età e non oltre, il tutto con il proposito di creare un ambiente ancora più intimo e protetto per tutti coloro che sono sia giovani che inesperti, e allontanarli da eventuali dinamiche predatorie o di nonnismo.

Il play party è la festa per eccellenza, durante la quale i partecipanti hanno la possibilità di praticare BDSM all’interno di un dungeon allestito all’occorrenza; qui lo spazio di gioco ha la massima priorità e per motivi di sicurezza il tutto si svolge in un luogo non troppo buio, e con una musica a volume non altissimo. Il play party prevede la presenza di alcune figure, come quella del resident: una persona competente e di esperienza, specializzata in una pratica, che sulla falsa riga di un animatore, può far provare degli strumenti o delle discipline in veste di top, mettendosi a disposizione dei partecipanti; può altresì accordarsi con l’organizzazione per una performance. Il resident, come qualsiasi altro partecipante della festa, non è obbligato a giocare con chiunque: fa solo ciò che vuole con chi vuole, e può esimersi in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo dal giocare con qualcuno. Per prevenire o far fronte agli incidenti che possono verificarsi durante le pratiche sadomasochiste, esiste la figura del dungeon monitor, ruolo spesso sovrapposto a quello del resident; chi ne assume l’incarico non fa parte della sicurezza del locale, ma ne svolge delle mansioni complementari: vigila assiduamente l’integrità dei partecipanti e delle strutture del dungeon, fa conversazione assicurandosi il corretto svolgimento della festa, monitora i neofiti e fa sì che vengano introdotti correttamente nell’ambiente, riprende comportamenti palesemente inopportuni, si riserva il diritto di interrompere una sessione di gioco (unico caso previsto!), presta primo soccorso dove necessario, mantiene una memoria storica e si mette a disposizione quale possibile testimone degli eventi, segnala e fa allontanare in maniera più rapida ed efficiente avventori molesti. Quello del dungeon monitor è un ruolo estremamente importante e delicato, proprio perché prevede il convogliamento di tutta una serie di competenze che vanno dalle pubbliche relazioni ad una expertise sul BDSM variegata e pluriennale.

Il fetish party, a differenza del play party duro e puro, è più simile a una festa in discoteca con un outfit molto più figo ed elaborato. Di solito il dungeon è comunque presente, ma più piccolo e distaccato dal resto della festa; la visibilità è più scarsa, la musica più alta ed è la vera protagonista dell’evento.

Sia i play party che i fetish party possono essere a numero aperto, chiuso o privati, e si riservano la selezione all’ingresso per verificare la maggiore età degli avventori e per motivi di dresscode,obbligatorio in entrambe le occasioni. Non bisogna mai sottovalutare l’importanza di quest’ultimo aspetto: un buon abbigliamento può comunicare molto della persona, dai suoi ruoli alle sue parafilie. Ogni festa allega nella locandina dell’evento, spesso a tema, una lista di outfit consigliati;la nudità, anche integrale, è spesso tollerata, come il sesso in pubblico, a meno che non ci siano direttive particolari o zone dedicate, come la dark room o il privé.

Per alimentare le suggestioni del lettore, alcuni degli eventi BDSM più iconici:

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Immagine: The Sandman, n°11 edz. Vertigo